IL COLLEGIO
Sorge sull'area e in parte negli stessi edifici dell'antico collegio Sant'Agostino più noto come "Almo Collegio Castiglioni" dal nome del suo fondatore, che fu il più antico dei collegi universitari di Pavia, tra i più antichi d'Italia. Lo fondò nel 1429 il cardinale Branca Castiglioni, potente e influente principe della Chiesa, abilissimo diplomatico, splendido mecenate, che nella sua lunga vita (1350-1443) molto si adoprò a favore dell'unione fra i cristiani e della riforma dei costumi, e con munifica intelligenza protesse le lettere e le arti. E' suo grande merito l'aver ricostruito il borgo natale Castiglione Olona e averlo arricchito di palazzi, chiese, scuole e degli stupendi affreschi di Masolino da Panicale che ancor oggi ne celebrano la gloria.
Studente utriusque iuris nell'Università di Pavia e poi qui docente di diritto canonico, deputato di Gian Galeazzo Visconti a Roma per ottenere da Papa Bonifacio IX la bolla di conferma dello studio generale istituito nel 1361, mosso da preoccupazioni morali e religiose egli progettò di
costruire a Pavia, dove gli studenti stentavano a trovar alloggio e conducevano vita dissipata e turbolenta, un collegio di modeste condizioni economiche ma di belle doti intellettuali e di buoni costumi, che potessero essere di esempio agli altri. Papa Martino IV con bolla del 19 marzo 1429 gli concesse dunque la facoltà di erigere in Pavia un collegio per ventiquattro studenti poveri che volessero insistere studere et proficere nello studio pavese in una delle facoltà che lo costituivano: teologia, diritto civile e canonico, medicina e arti. Gli studenti potevano essere religiosi o laici, italiani o stranieri: cinque designati dai vescovi di Piacenza, Parma, Milano, sette dai capitoli di Veszprem (Ungheria), Cartagena (Spagna), Rouen e Bayeux (Normandia), Liegi (Fiandre), i rimanenti dalla famiglia Castiglioni. Come sede furono assegnate al collegio due case poste nella parrocchia di Santa Maria in Pertica dietro il convento dei frati minori (di San Francesco), di proprietà dei Castiglioni, cum suis pertinentiis et iuribus universis. Ampi privilegi, ricca dotazione di beni immobili ne dovevano assicurare il buon funzionamento e garantire l'esistenza nel tempo.Vent'anni dopo la morte del fondatore un suo pronipote e omonimo, Branda, vescovo di Como, giureconsulto anch'egli e oratore insigne, consigliere di Galezzo Maria Sforza, fece ornare di affreschi la cappella e fece compiere sedili in legno di noce scolpiti tutt'intorno alle pareti.
Un decreto del Vicepresidente della Repubblica Italiana del 5 dicembre 1803 stabiliva che il Collegio Castiglioni venisse aggregato al Collegio Ghislieri, diventato in quel periodo "Collegio Nazionale", il quale avrebbe dovuto assumere la denominazione di "Collegio Nazionale e unito Castiglioni", rimanendo ai discendenti dei nipoti del Cardinale Branda il pieno patronato della fondazione e il diritto di nomina degli alunni, i quali avrebbero goduto dello stesso trattamento dei convittori del Ghislieri e dovuto sottostare agli stessi regolamenti disciplinari.
I caseggiati del Collegio Castiglioni con l'annesso giardino venduti all'asta passarono sul principio del 1805 in proprietà della famiglia Brugnatelli che vi stabilì la propria dimora. Famiglia insigne, che in quattro generazioni diede questtro illustri professori all'Università di Pavia: Luigi Valentino (1761-1818), Gaspare (1795-1852), Tullio (1824-1906) e Luigi (1859-1928). Quest'ultimo morto senza lasciar prole legò i suoi beni al Comune di Pavia perché ne disponesse a favore dell'Università. Sollecitato dal rettore Plinio Fraccaro, il Comune donò l'edificio e il giardino all'Università che vi istituì un collegio universitario per studentesse.
(liberamente tratto da "Il Collegio Universitario Femminile CASTIGLIONI BRUGNATELLI" di Enrica Malcovati, 1964).